giovedì 31 marzo 2011

SABATO 2 APRILE MANIFESTAZIONE CITTADINA CONTRO LA GUERRA

NO ALLA GUERRA! 

STOP AI BOMBARDAMENTI e 

CESSATE IL FUOCO IN LIBIA! 
ACCOGLIENZA PER TUTTI I PROFUGHI e MIGRANTI! 

GIORNATA DI MOBILITAZIONE NAZIONALE 
IN TANTE PIAZZE D'ITALIA 
CONTRO LA GUERRA E LA CULTURA DI GUERRA, 
PER LA PROTEZIONE UMANITARIA


SABATO 2 APRILE A FIRENZE

ore 16 Manifestazione Cittadina con corteo 
Partenza da Piazza Repubblica, vie del centro, 
verso i Ponti sull'Arno 

seguiranno nei giorni successivi una serie 
di iniziative sul territorio d'informazione, 
assemblee, incontri e solidarietà con 
le popolazioni ed i movimenti dei paesi arabi

La Rete vi Invita a Partecipare Numeros*

sabato 26 marzo 2011

MIGRANTI, ACCOGLIENZA, DIRITTO D’ASILO: LE MENZOGNE DI UN GOVERNO RAZZISTA


















Mentre nel nord-Africa e in medio-oriente scoppiano e si diffondono le rivolte delle popolazioni contro i regimi dittatoriali sostenuti e foraggiati dall'occidente, il nostro governo mostra ancora una volta tutta la sua malafede e la sua insipienza: da un astensionismo pilatesco (“non disturbiamolo”) si passa a sventolare strumentalmente la minaccia del “pericolo islamico” alle porte di casa, fino al tono rassegnato con cui Frattini ci comunica che ormai “la legittimazione internazionale di Gheddafi è finita”, visto che Lega Araba, Unione Africana e Consiglio di Sicurezza sono d’accordo nel condannarlo.


E mentre la Tunisia ha accolto in pochi giorni 150.000 profughi libici, i “nostri” gridano all'invasione e dichiarano lo stato d’emergenza di fronte all’arrivo di seimila migranti in due mesi, utilizzando la ben nota strategia dell’allarmismo, tesa a fomentare nell'elettorato i peggiori sentimenti antirazzisti e xenofobi.

Lampedusa scoppia: 2600 persone ospitate in un centro che ne prevede 850, e gli sbarchi continuano, mentre si pensa (idea brillante!) di montare una o più tendopoli per accoglierli: sembra che l’importante sia tenerli lì, stipati, in condizioni insostenibili; nel frattempo li si tratta in modo del tutto arbitrario, proponendo ad alcuni di presentare la domanda di asilo, per altri prospettando la detenzione, mentre ad altri ancora si notifica il respingimento differito.

Non stupisce che questa situazione sfoci nelle proteste della popolazione dell’isola, che si mobilita per bloccare gli sbarchi e impedire ai migranti di scendere a terra; viene anzi da pensare che questo modo irresponsabile di gestire la prevedibile ondata di arrivi non sia solo, o non tanto, frutto di incapacità e di incompetenza, quanto una strategia politica che mira a suscitare un allarme ingiustificato e una reazione di rifiuto, con conseguenze devastanti sia per i migranti che per il clima sociale del nostro paese.

Una strategia confermata dal progetto del centro di Mineo, ex residenza dei militari di Sigonella, che diventerà, secondo l’ispirazione umanitaria del presidente del consiglio, il “villaggio della solidarietà”, “centro residenziale a 4 stelle per stranieri”, “un modello di assistenza e solidarietà di grande efficienza”, secondo le parole del ministro Maroni: ma non ospiterà gli ultimi arrivati, perché sono già iniziate le deportazioni da altri centri, i CARA, con l’obiettivo di rinchiudervi, a 7 km dal centro abitato e ben protetti da un “cordone di forze di polizia”, i richiedenti asilo sparsi sul territorio italiano. Il presidente della Regione Sicilia, Lombardo, si domanda se non deve stare “con il mitra in mano”, e si augura che “il governo segua momento per momento queste 2000 persone…e che tuteli la nostra agricoltura” (sic!).

Contro questa scellerata modalità di gestire gli arrivi dei migranti e la loro permanenza sul territorio protesta il mondo antirazzista diffuso sia a livello di associazionismo che a livello istituzionale, realtà e soggetti che allo stesso tempo si adoperano per portare quotidianamente sostegno concreto e offrire un punto di riferimento alle persone coinvolte. 

Concentrare i richiedenti asili, o i migranti, in grandi strutture gestite militarmente e isolate dal territorio non è una politica dell’accoglienza, è una politica della ghettizzazione: come dichiarano i sindaci di alcuni comuni siciliani “la vera accoglienza si costruisce solo dentro un tessuto di relazioni e una rete diffusa di servizi”, in modo che l’incontro fra la popolazione autoctona e i migranti diventi un’effettiva opportunità professionale e culturale per gli uni e per gli altri. 

Ma non si tratta solo di una politica rozzamente razzista: dietro queste scelte si muovono forti interessi economici, di chi sui problemi dei migranti, e sulle spalle della popolazione italiana, riesce a fare affari d’oro: quello che non viene detto è che il centro di Mineo non è di proprietà dello Stato italiano o dell’esercito, bensì di una società di Parma che lo affittava agli americani per 8,5 milioni di dollari all'anno, e che da quando gli americani hanno disdetto il contratto è alla ricerca di un altro “inquilino” (ora l’ha trovato!). Del resto grandi strutture gestite dalle forze dell’ordine e da poche grandi associazioni (in particolare la Croce Rossa) si sa bene che sono molto più costose dell’accoglienza diffusa sul territorio che è stata realizzata in molti comuni (in particolare quelli aderenti al progetto SPRAR).

E’ necessario dunque rompere il muro di menzogne e di allarmismi che nasconde una ben precisa strategia politica ed economica: mentre si grida alle invasioni e si additano i migranti come i responsabili dei nostri problemi e dei nostri errori, il governo continua a trarre profitto da questa situazione, facendone ricadere i costi, oltre che sui migranti stessi, su tutta la popolazione italiana.

Rete Antirazzista Fiorentina

martedì 8 marzo 2011

Alcune note sul 1° Marzo in P.zza SS.Annunziata



















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Il prossimo incontro della Rete Antirazzista è fissato per Mercoledì 16 Marzo alle 21,15 presso La Casa dei Diritti Sociali Via Conciatori 4/r


La Manifestazione del Primo Marzo, che ha visto una mobilitazione diffusa nel paese con cento e più piazze impegnate sulle grandi questioni dei diritti, del lavoro, dell’antirazzismo, ha riportato la realtà delle e dei migranti all'attenzione nazionale tanto che gli stessi media se ne sono dovuti occupare.

Decine e decine di migliaia di persone, migranti e non, hanno nuovamente affermato il diritto alla libera circolazione, alla parità dei diritti, al riconoscimento della residenza e della cittadinanza, alla regolarizzazione generalizzata, alla partecipazione al voto, all’abolizione di leggi razziste come la Bossi/Fini, smentita dalla stessa Europa, alla cancellazione del reato di clandestinità e delle norme discriminatorie del pacchetto sicurezza, all’eliminazione dei CIE, al ruolo delle istituzioni tutte per strutturare interventi dignitosi per l’accoglienza di profughi, di richiedenti asilo, di chi fugge da guerre , da repressioni, da situazioni devastanti, come sta accadendo adesso nel Nord Africa. Quindi sì al diritto si suolo e no a quello di sangue, sì a una società che si meticcia e no a mura intorno ad una società asfittica. Da Palermo, Cagliari, Rosarno fino a Trieste, Torino, Milano, è parso questo il grido comune di libertà che ha animato tutte le piazze d’Italia.

A Firenze un lavoro corale, partecipato, del Comitato 1° Marzo e della Rete Antirazzista ha consentito, in una giornata all’insegna del vento freddo e della minaccia continua di pioggia, di realizzare il pomeriggio nella P.zza SS.Annunziata la Manifestazione “Un giorno senza di noi!”. Le adesioni, come al solito, sono state tante e varie.
Piazza colorata, anche da tanti striscioni, e animata da banchini e persino gazebo delle varie associazioni e sindacati di base, attività di intrattenimento giocoso e allusivo dell’Arciragazzi, raccolta di firme per il diritto alla moschea, distribuzione di volantini con gli appelli sugli obiettivi della giornata, distribuzione della Carta Mondiale delle persone migranti, trucchi dai tanti colori, punto di proiezioni, diffusione militante di Fuori Binario con la pagina della giornata, il debutto delle “Borse del 1° marzo”, lancio di palloncini.
I reportage fotografici di Silvia, Gianna hanno assai ben rappresentato lo slancio positivo e di grande attività nella piazza.
Certo avremmo voluto più popolo fiorentino e dei dintorni, ma il giorno lavorativo ed il clima ingrato non ci hanno certo aiutato.
Abbiamo anche notato, non molte, presenze istituzionali (la Provincia aveva aderito) e dei partiti della sinistra.

Si ricorda, per chi non era presente, di seguito la sequenza di interventi, intervallati da canti e brani musicali:
Salah Ibrahim della Comunità Egiziana, Mercedes Frias, I medici per i diritti Umani, Don Alessandro Santoro, Susanna del Popolo Rom, Assane Kebe (Carta dei Migranti), La rappresentante della Fat (Federazione Africane/i in Toscana), la Prof.ssa Campani, da anni impegnata con attività di ricerca sulle questioni dell’immigrazione, il Movimento di lotta e il Kulanka hanno consentito il collegamento telef. con la Tunisia e con migranti in sciopero della fame in Grecia, l’intervento della esponente del Nocie, insomma oltre dieci interventi ben coordinati da Domenico Guarino di Controradio, assieme a Arsene Didier del Comitato 1° Marzo e Rosario Dezela della Rete Antirazzista, che sia all’inizio che alla fine della serata hanno rappresentato con efficacia e passione nei loro interventi il perchè, il senso, la prospettiva di questa giornata di lotta e di mobilitazione.
L’amplificazione ha funzionato al meglio, grazie all’apporto di Sandro, Gabriele ed Andrea, consentendo alle presenze musicali del Trio Accabamba, del suonatore di flauto peruviano, dei collaudati Fratelli Rossi, di dare altre suggestioni al fervore della presenza in Piazza.
L’ingrato vento non ha reso possibile la sistemazione dei cartelloni, che comunque, verranno utilmente impiegati in prossime iniziative, che non mancheremo di mettere in campo, proprio per le ragioni e le forti motivazioni che ci hanno visti insieme in questo PRIMO MARZO 2011 a Firenze.

Ci sembra infine che le tensioni, le tragedie, dai risvolti inquietanti, che scuotono interi paesi, con rivolte di popolo per l’insopprimibile bisogno di uscire da situazioni oppressive, di dominio, di privazione di diritti, sta scuotendo l’intero Mediterraneo, con la ripresa degli sbarchi, alla” ricerca del libero transito”, contrastando le polizie locali e fuggendo dalle repressioni, da regimi corrotti e dispotici, ci chiama tutte e tutti in causa per leggere in profondità il dramma delle migrazioni, e lo stesso destino dell’umanità. E’ evidente che quelle lotte sono le nostre lotte, e proprio queste lotte erano in Piazza con noi.

Il prossimo incontro della Rete Antirazzista è fissato per Mercoledì 16 Marzo alle 21,15 presso La Casa dei Diritti Sociali Via Conciatori 4/r